Storia
Il campanile è una parte fondamentale della basilica, determina la spazialità dell’intero ambiente architettonico, definendone i valori formali. Realizzato tra il 1454 e il 1469, il campanile era costituito d un elemento a torre, cui erano sovrapposte due celle finestrate e una copertura lignea a forma di piramide rivestita di lastre di piombo, per una altezza totale di quasi 57 metri.
Malgrado fosse stato costruito con accorgimenti antisismici (all’interno della muratura erano state inserite travi lignee, vincolate all’esterno con capochiavi metallici, a formare cerchiature di contenimento, ripetute in altezza ad intervalli regolari), con il terremoto del 1703 crollò la cella più alta. La ricostruzione settecentesca si limitò a ripristinare la cella superstite del campanile (non fu riedificata neppure la piramide di copertura della torre).
Dopo il sisma del 1958, lo stato precario della struttura ha indotto l’esecuzione di un discutibile intervento di foderatura interna della canna muraria con una parete in calcestruzzo armato.
Il sisma del 2009 ha provocato il crollo della cella rimasta, con esclusione della vela muraria occidentale, scomposta e priva di complanarità e verticalità.
L'intervento
Per non offendere l’istanza storica, il restauro del campanile si è avvalso, nelle parti definitivamente perdute, di integrazioni riconoscibili, seppur poco visibili alla distanza, proprio per non infrangere quell’unità che si intendeva ristabilire.
Lo studio accurato della materia e delle tecniche costruttive è stato condotto con un approccio da restauratore di beni culturali storico artistici. I conci di cui era composto non erano infatti uguali tra loro. Le relative differenze formali, superficiali e dimensionali creavano un’alternanza decorativa ed estetica che andava a definire il dettaglio figurativo e cromatico del campanile, rendendolo unico. Come nella ricomposizione di un dipinto o di una scultura andata in pezzi, ogni singolo frammento è stato ricollocato nella posizione originaria, considerando i singoli conci come frammenti non intercambiabili di un unicum artistico.
Per operare una misurazione accurata di tutti i conci lapidei è stato effettuato un rilievo 3d della porzione del campanile rimasta in piedi dopo il sisma. La tecnologia impiegata è la scansione laser da cui è stato ottenuto il dato numerico misurabile e anche una analisi delle deformazioni dei piani. Questa operazione è stata utile al fine di individuare le varie fasi costruttive, la posizione delle pietre, lo spessore e la dimensione di ciascuna di esse, la tipologia degli incastri tra i conci, la presenza di stuccature. Unendo le osservazioni scaturite dello studio diretto del bene alla ricerca dei documenti fotografici storici, è stata realizzata una ricostruzione di tutti e quattro i prospetti del campanile, i quali successivamente sono stati scalati metricamente sfruttando la scansione laser 3d, in modo da rendere misurabile il singolo concio di ogni lato e riuscire a ricostruire sulle immagini ottenute una mappa utile per guidare le fasi di ricostruzione.
Dall’esame delle singole pietre sono stati creati dei database dove venivano riportate le misure, annotazione di segni particolari e morfologia. A seguire, ogni concio veniva siglato con etichettatura e trasferito su appositi pallet per lo stoccaggio temporaneo. Con questo criterio di catalogazione e la mappa costruttiva ricavata dalle foto storiche riportate in scala, è stato possibile georeferenziare i singoli conci recuperati dal crollo e di conseguenza individuare i conci che servivano per rimontare ogni singola fila di pietre.
Durante l’individuazione dei filari da rimontare, le pietre mancanti sono state riprodotte ex novo o, dove il danno era lieve e confinato a piccole sbeccature, sono state integrate con una malta, formulata ad hoc per la ricostruzione materica. Per i casi più complessi, come gli archi delle bifore, sono state eseguite delle simulazioni di montaggio a terra in modo da abbattere ogni possibilità di errore.
Dopo il rimontaggio, le pietre di integrazione sono state trattate con una leggera bocciardatura in modo da rendere leggibile e distinguibile l’intervento di ricostruzione, restituendo al monumento l’identità e la riconoscibilità che l’ha contraddistinto fino ai giorni nostri.