Prodotti della tradizione

La maggior parte dei prodotti abruzzesi nasce dalle situazioni pedoclimatiche montane e dal legame alle tradizioni e ai riti agro pastorali.

Prodotti della tradizione
Prodotti della tradizione

Il patrimonio alimentare e gastronomico abruzzese è vario e originale, spesso frutto di lavorazioni artigianali tramandate da generazioni.

Le zone montane e pedemontane, ricche di erbe aromatiche e di fiori, sono l’ambiente ideale per l’importante produzione di miele, per la produzione di foraggi naturali che consentono di ottenere una varietà di formaggi di varie stagionature e diversa provenienza. Tra le specialità dell’Abruzzo meritano un posto d’onore i salumi da taglio. Tra i prodotti della terra, il tartufo nero.

Legati alle feste locali ci sono i dolci tipici come le neole, i confetti di Sulmona, i torroni e le diverse versioni del pan rozzo, da abbinare al vino cotto, al liquore alla genziana o al Centerba.

Produttori L'Aquila

Zafferano dell'Aquila
Zafferano dell'Aquila
I fiori dello zafferano sono formati da 6 petali di colore violetto intenso che spuntano in ottobre. Lo stimma trifido del tipico colore rosso aranciato lungo 2 o 3 cm, viene raccolto all’alba e estratto dal calice del fiore manualmente. Da ogni fiore si ricavano 3 pistilli .
Formaggi
Formaggi

L’Abruzzo con i suoi pascoli ad altitudini che variano dai 500 ai 1800 m s.l.m. è tradizionalmente vocata alla zootecnia.

L’alimentazione è basata sul pascolo e su fieno e cereali di aziende locali. Il 65% del latte bovino prodotto in regione viene trasformato prevalentemente in prodotti freschi e a pasta filata, il 35% viene destinato a latte alimentare (fresco e fresco di alta qualità).
Salumi
Salumi

Testimonianze della diffusione della produzione di salumi in Abruzzo si hanno negli Antichi Capitoli della città di Lanciano (1592).

Mortadelle di Campotosto Salumi lavorati a mano di carne di suino ( spalla, collo, lombo, coscia, pancetta ) macinati a grana fine e con una barretta di lardo all’interno (20x20x110 mm).
Vini
Vini

La viticoltura e la produzione vinicola si intreccia con la storia degli abruzzesi a partire dall’epoca romana e, prima ancora, con gli antichi popoli italici come gli Equi, i Marsi, I Peligni e i Vestini.

Le prime testimonianze scritte risalgono al 1596 quando il botanico  Andrea Bacci  racconta nei suoi libri la varietà di viti coltivate in Abruzzo, parlando del Trebbiano nei possedimenti dei Colonna nella Marsica e apprezzando in particolare il profumo del vino dell’Aquila.
Prodotti della terra
Prodotti della terra

Il grano solina è un grano tenero molto antico, coltivato fin dal XVI secolo nell'area del Gran Sasso, in particolare nella provincia de L’Aquila.

Capace di resistere al clima più rigido e al freddo intenso, può essere questo grano può essere coltivato  fino a 1.400 metri . Esistono diversi detti popolari che testimoniano il legame tra questo grano e la storia dell’Abruzzo profondo come, ad esempio, “quella di solina aggiusta tutte le farine”.
Arrosticini
Arrosticini

La tradizione dei pastori, di valorizzare le carni di animali improduttivi con gli arrosticini, piace alle nuove generazioni.

La produzione di arrosticini di pecora caratterizza tutto il territorio regionale, prevalentemente la fascia montana e pedemontana-collinare. Sono preparati con carne di ovino adulto (25% la frazione grassa) tagliata a cubetti di circa 1 cm che vengono infilati in spiedini di legno.
Torrone morbido al cioccolato dell’Aquila
Torrone morbido al cioccolato dell’Aquila

Il torrone morbido al cioccolato aquilano è noto anche come Torrone Nurzia.

La ricetta fu creata da Ulisse Nurzia a cavalla tra l’Ottocento e il Novecento. Il torrone è preparato con miele, albume montato a neve, zucchero e un po’ di vaniglia, oltre al cacao e alle nocciole. Viene venduto in stecche, con il torrone chiuso da due ostie in modo da rendere visibili le nocciole intere.
Liquore allo zafferano
Liquore allo zafferano

Lo zafferano DOP dell’Aquila ha rappresentato una sostanza alimentare dai più vari usi.

Il liquore allo zafferano nasce dalla pratica tradizionale diffusa nelle comunità agricole locali, di riutilizzare le fecce, sottoprodotto della vinificazione, per ottenere l’alcool e aromatizzarlo con erbe locali per renderlo più gradevole al consumo.
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