Chiesa di San Silvestro

Fu costruita dagli Aquilani del castello di Collebrincioni nella prima metà del ‘300. Rimaneggiata più volte e ricostruita dopo il terremoto del 1703, fu coperta di stucchi barocchi, che il restauro degli anni Sessanta (1967-1969) del Novecento ha eliminato, riportando questa splendida chiesa alle sue armoniose forme medievali e riscoprendo gli affreschi.

Danneggiata dal sisma del 2009 è stata restaurata e riaperta al culto nel luglio del 2019.  

Chiesa di San Silvestro

La facciata, quasi quadrata, si innalza su una bianca scalinata. Ha lesene angolari e coronamento orizzontale ad archetti pensili ogivali ed è divisa in due ordini da una sottile cornice. Le uniche aperture sono il grande rosone ed il monumentale portale. Il rosone inserisce in una cornice decorata alla maniera gotica una ruota della seconda metà del XIV secolo, che richiama il motivo del rosone minore di destra di Santa Maria di Collemaggio e di quello della Madonna degli Angeli.

Il portale, della metà del ‘300, ripete le forme di quelli di San Marco e di Santa Giusta. Nella lunetta è l’Agnus Dei in altorilievo, inserito in una cornice trilobata. Il campanile, che nel lato esterno ha due bifore trilobate, nella parte che sovrasta la facciata è stato sistemato in forme neogotiche alla fine del XIX secolo. Il portale minore di destra è del ‘300 ed ha nella lunetta un affresco dell’inizio del XV secolo. 

L’interno, a tre navate divise da archeggiature ogivali impostate su colonne e terminanti in altrettante absidi, doveva essere completamente affrescato come è testimoniato dai numerosi affreschi ancora presenti.

Notevole è una piccola testa di Madonna sulla prima colonna di destra. Di eccezionale bellezza sono gli affreschi nell’abside centrale. Sulla parete che sovrasta l’arco trionfale è dipinta l’Adorazione dei Magi.  La Gloria della Madonna occupa l’intera grande volta a sesto acuto sul coro. Il terzo e più importante episodio, la Gloria del Cristo, occupa la mezza cupola dell’abside: su un fondo blu e stelle d’oro, in una grande mandorla dorata sorretta da sei angeli, siede il Redentore, con la mano destra sollevata a benedire e la sinistra poggiata sul libro; ai suoi lati la Madonna, il Battista e i simboli dei quattro Evangelisti e, più in basso, la teoria degli Apostoli. Negli intradossi dei due archi della volta sono figure di Profeti alternati, in riquadri più piccoli, con ritratti di altri personaggi.

Nella zona bassa della parete absidale, entro finte edicolette, quattordici figure di Santi e Sante circondano l’immagine centrale del Cristo morto, fra la Vergine e San Giovanni Evangelista piangenti.  Ai lati dell’ingresso principale sono due edicole con affreschi: quello di destra, molto rovinato, è di Paolo da Montereale e raffigura San Silvestro che battezza Costantino, quello di sinistra raffigura la Madonna col Bambino tra San Sebastiano, San Rocco e Angeli, eseguito nel 1509, è la prima testimonianza dell’opera di Francesco da Montereale, figlio di Paolo. In fondo alla navata di sinistra è la cappella della famiglia Branconio, completamente affrescata intorno al 1625 da Giulio Cesare Bedeschini, con la Presentazione di Gesù al Tempio e la Presentazione di Maria sulle pareti laterali. La tela che è sull’altare è una copia della Visitazione che Raffaello dipinse nel 1520 per il suo amico Marino Branconio. L’originale è a Madrid, nel Museo del Prado.

La cappella che si apre sul fianco sinistro è un’aggiunta cinquecentesca. Sul ricco altare barocco è una tela di Baccio Ciarpi (Barga, 1578- Roma, 1644), raffigurante il Battesimo di Costantino, firmato e datato 1617. Importante elemento di novità, dovuto ai restauri post sismici, è la riscoperta di affreschi duecenteschi nell’edificio della sacrestia che si rivela essere costruito sulla prima chiesa duecentesca, di cui conserva alcune pareti, dismessa e adibita ad un uso accessorio nel momento in cui è stata edificata l’attuale chiesa nel primo Trecento. 

Costruita dagli Aquilani del castello di Collebrincioni nella prima metà del ‘300, esalta lo stile romanico grazie alla presenza della poderosa torre campanaria alle sue spalle e del prezioso rosone con figure gotiche di circa sei metri di diametro, risultando il più grande di tutta L’Aquila! Si stima che prima di essere del tutto intonacata negli anni ‘60 fosse tutta completamente affrescata. Oggi, dopo il suo ultimo restauro, sono tornati alla luce antichi affreschi del 1200 nella sacrestia e lungo le pareti laterali, che puoi apprezzare, dirigendoti verso l’abside. Qui alla tua sinistra trovi due magistrali cappelle con gruppi scultorei dai colori accesi che celebrano lo stile barocco. Per la cappella della famiglia Branconio, al fondo della navata sinistra, intorno al 1517 Raffaello dipinge la Visitazione. Oggi ne trovi una copia, perché l’originale è esposta al Prado di Madrid. 

Itinerari
Il cuore dell'Aquila
Durata0 - 1 ora
Percorsoentro 5 km
Mobilità A cavallo a piedi bici monopattino elettrico

Piazza S. Silvestro, SN, 67100 L'Aquila AQ

+39 334 7105334

https://www.chiesadisansilvestro.it/

 

42.3547370914731, 13.396753711636176

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